"Vi
porto la testimonianza di una Sicilia in cammino, verso una crescita che deve liberarla
definitivamente dalla pi� antica ed intollerabile schiavit�: la mancanza del
lavoro".
Ha esordito cos� il Presidente della Provincia di Palermo Francesco Musotto, a Garfield
(Usa) al momento di ricevere la targa "Man of the year", assegnatagli dalla
federazione italiana del New Jersey in rappresentanza delle comunit� italo-americane
presenti nelle 48 contee dello Stato del New Jersey.
Il Presidente della Provincia ha ricevuto il premio dal console d'Italia a New York
Giorgio Radicati e dal presidente della contea di Bergen, gemellata con la Provincia, Pat
Schuber, da Mc Grevy, Governatore del New Jersey.
Alla cerimonia erano presenti quasi 600 persone tra imprenditori, non soltanto di origine
italiana, e rappresentanti dei vari schieramenti politici.
Al presidente Musotto sono anche state consegnate, dai sindaci di tutti i comuni della
Contea, le chiavi delle rispettive cittadine.
Il riconoscimento a Musotto � stato assegnato per "il suo impegno e la sensibilit�
manifestata nei confronti delle comunit� italo-americane del New Jersey, che ha portato a
rinsaldare i legami degli emigrati o dei loro discendenti con la terra d'origine".
Rivolto ai numerosi italo-americani presenti al "Venetia restaurant", sede della
manifestazione, Musotto ha auspicato che "le generazioni successive possano scoprire
questa immensa ricchezza, rappresentata dai nostri emigrati considerandola come una
opportunit� di un impegno di lavoro e quindi di un ritorno.
Aver ricevuto questo riconoscimento costituisce motivo di gratificazione e di grande e
mozione.
I cambiamenti in Sicilia sono molti ma le radici restano quelle di sempre.
E questo genera quel legame tra noi che ci fa sentire "Sicilia" anche quando
siamo lontani.
Questo riconoscimento � anche un impegno da parte mia per continuare ad operare per il
progresso della nostra terra, per un avvenire migliore dei nostri giovani".
Musotto ha enunciato nel corso della premiazione ha detto:.
Incontrare dei siciliani in qualche parte del mondo � sempre un "ritorno in
Sicilia", tanto forti sono i legami di storia e di cultura che ci uniscono da farci
sentire "Sicilia" anche quando ne siamo fisicamente assai lontani.
Negli occhi di ogni siciliano, difatti, risplendono i colori, i panorami, le bellezze di
un'Isola che segnano non solo la nostra appartenenza ma anche la nostra stessa vita.
Una storia assai difficile e travagliata � quella della nostra terra che oggi vive un
momento di grande interesse per assai profondi e radicali cambiamenti.
Mi piace ricordare qui in America, lo scrittore e giornalista americano Hugh Pond che,
descrivendo le fasi dello sbarco della Settima Armata americana in Sicilia, cos� parlava
della nostra terra nel 1943 : "Ogni paese ha la sua piazza dove, in alcune ore del
giorno, si radunano uomini di tutte le et�, per cercare lavoro o semplicemente per
passare il tempo; bambini scalzi e sovente cenciosi ruzzolano e giocano tra le gambe degli
adulti o si azzuffano nei rigagnoli di fango.
Sono quasi tutti denutriti ed in molti casi il loro corpo reca segni evidenti delle
malattie.
Fattori dei fondi vicini contrattano con gli uomini il compenso di una giornata di lavoro,
chi si ac-contenta di meno viene assunto".
Quella Sicilia non c'� pi�.
E questo grazie, anzitutto, al lavoro dei siciliani ed anche al sacrificio di quanti hanno
deciso di emigrare, mantenendo un rapporto vitale con la terra d'origine.
Rimangono aperti problemi complessi, come quelli della piena occupazione, ma la Sicilia
descritta dall'inviato americano non esiste pi�.
Da quella Sicilia del 1943 ebbe origine quella forte emigrazione di quel decennio.
L'emigrazione con le grandi navi, la Vulcania e la Saturnia, con viaggi lunghissimi e con
una meta, la grande America, di cui gli emigranti di quel tempo sconoscevano anche la
lingua.
Ed a partire erano sempre i mi-gliori, quelli che non si rassegnavano ad una vita di
stenti e che avevano la volont� di cercare nuovi sbocchi e nuove soluzioni.
Diventa assai difficile, oggi, con la rapidit� dei mezzi di comunicazione e la velocit�
dei mezzi di trasporto, capire quanto grande fosse il sacrificio di quella generazione,
quanto grande il rischio di quell'avventura.
Ritornare sarebbe stato un clamoroso fallimento e nonostante un enorme carico di sacrifici
e di privazioni, nessuno torn� indietro.
Qui si riscopre per intero il carattere del siciliano, la forza della sua volont�, il
peso della sua determinazione.
Vi ringrazio per questo grande esempio che avete dato alla Nazione che vi ospita ed alle
generazioni pi� giovani della nostra terra di Sicilia.
Siete il nostro orgoglio.
Siete i pi� grandi ambasciatori della Sicilia.
Quella generazione portava e porta con s� i valori della storia, della cultura, delle
tradizioni in cui ciascuno si riconosceva e riconosceva gli altri con le stesse origini. E
quei valori furono segni di identit� e, talvolta, di rifugio e di difesa. Oggi quei
valori sono divenuti i punti di forza dello sviluppo della nostra terra.
Le bellezze del paesaggio, i colori del mare, le "pietre antiche" dei castelli,
delle torri, delle masserie, delle chiese, dei palazzi; i prodotti della nostra terra in
forme nuove, il lavoro dei mastri artigiani, la storia con i suoi monumenti, le opere
d'arte, i teatri antichi sono la materia prima di uno sviluppo che crea reddito ed
occupazione.
La Sicilia si apre ad un nuovo avvenire proprio sulle ricchezze che possiede e che sino ad
ora sono rimaste inutilizzate.
Vi porto la testimonianza di una Sicilia in cammino, verso una crescita che deve liberarla
definitivamente dalla pi� antica ed intollerabile schiavit� : la mancanza del lavoro.
Mi auguro che le generazioni successive che da voi hanno avuto origine, vogliano scoprire
questa immensa ricchezza riguardandola anche come opportunit� di un impegno di lavoro e,
quindi, di un ritorno.
Avere oggi da voi il riconoscimento come uomo dell'anno, per le cose che sinora ho detto,
costituisce motivo di gratificazione e di grande emozione.
I cambiamenti in Sicilia sono molti, ma le radici restano quelle di sempre.
E questo genera quel legame tra noi che ci fa sentire "Sicilia" anche quando
siamo lontani.
Ma un riconoscimento � anche un impegno, il rinnovarsi di un impegno.
Nel mio caso significa continuare ad operare per il progresso della nostra terra, per un
avvenire migliore dei nostri giovani.
Un cammino gi� tracciato e sul quale continuer� senza sosta e senza tentennamenti.
Credo che questo intendevate dirmi con il vostro riconoscimento ed io ne colgo tutta la
responsabilit� e tutto l'impegno.
|